Intervista ad Annamaria Rivera: denaturalizzare, decostruire, disertare – di Marco Reggio

 

Tratto dal quattordicesimo numero di Liberazioni:

Come dice il titolo stesso, nel tuo libro (La Bella, la Bestia e l’Umano. Sessismo e razzismo senza escludere lo specismo, Ediesse, Roma 2010) hai cercato di mettere in relazione tre temi che raramente vengono affrontati congiuntamente, almeno in Italia. Come è nato il desiderio di esplorare i nessi fra questi fenomeni (razzismo, sessismo e specismo), l’idea del tuo libro e della collana che è stata così inaugurata?

Mi era stato chiesto di scrivere un saggio agile che fosse un’introduzione teorica alla nuova collana della Ediesse. Così, nel ripercorrere la questione dell’intersezionalità fra sessismo e razzismo, ho pensato che lo specismo fosse il terzo polo non eludibile. Su questo tema non ho potuto soffermarmi come avrei voluto, ma credo di essere riuscita almeno a suggerire, anche con degli esempi, la continuità e l’intreccio fra i processi di dominazione, discriminazione e reificazione che chiamiamo sessismo, razzismo e specismo. Insomma, ho cercato di mostrare, sulla scia di Theodor Adorno, che, se è vero che il sé dell’umano si produce per mezzo dell’attiva negazione dell’altro-da-sé, legata al dominio sulla natura, l’altro che si nega è anzitutto l’animale non umano.

Continua a pagina 75 della rivista…

E’ possibile leggere l’intervista per intero anche dalla pagina dell’autore su Academia.



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