Charlie Hebdo: io non mi dissocio – di Karim Metref

vignetta di Carlos Latuff

vignetta di Carlos Latuff

da: internazionale.it

Io non mi dissocio

Karim Metref

Karim Metref, educatore e blogger che vive a Torino, ha scritto una lettera di risposta a questo articolo di Igiaba Scego.

 

Cara Igiaba,

in questi giorni saremo messi sotto torchio e le prossime campagne elettorali saranno fatte sulla nostra schiena. Gli xenofobi di tutta Europa vanno in brodo di giuggiole per la gioia e anche gli establishment europei che non hanno risposte da dare per la crisi saranno contenti di resuscitare il vecchio spauracchio per far rientrare le pecore spaventate nel recinto.

Da ogni parte ci viene chiesto di dissociarci, di scrivere che noi stiamo con Charlie, di condannare, di provare che siamo bravi immigrati, ben integrati, degni di vivere su questa terra di pace e di libertà.

Ebbene, anche se ovviamente condanno questo atto come condanno ogni violenza, non mi dissocio da niente. Non sono integrato e non chiedo scusa a nessuno. Io non ho ucciso nessuno e non c’entro niente con questa gente. Altrettanto non possono dire quelli che domani dichiareranno guerra a qualcuno in nome di questo crimine.

Tu dici: “Oggi mi hanno dichiarato guerra. Decimando militarmente la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo mi hanno dichiarato guerra. Hanno usato il nome di dio e del profeta per giustificare l’ingiustificabile. Da afroeuropea e da musulmana io non ci sto”.

Io con questa gente sono in guerra da trent’anni. Li affrontavo con i pugni all’epoca dell’università e con le parole e con le azioni da allora e fino a oggi. Sono trent’anni che li combatto e sono trent’anni che il sistema della Nato e i suoi alleati li sostengono regolarmente ogni dieci anni per fomentare una guerra di qua o di là.

Anche io sono afroeuropeo, sono originario di un paese a maggioranza musulmana ma non mi considero un musulmano: non sono praticante, non sono credente. Ma anche io non ci sto. Non ci sto con questi folli, non ci sto quando lo fanno a Parigi ma non ci sto nemmeno quando lo fanno a Tripoli, Malula o a Qaraqush.

Non sto con loro e non sto con chi li arma un giorno e poi li bombarda il giorno dopo. Non ci sto in questa storia nel suo insieme e non solo quando colpisce il cuore di questa Europa costruita su “valori di convivenza e pace”. Perché dico che questa Europa deve essere costruita su valori di pace e convivenza anche altrove, non solo internamente (ammesso che internamente lo sia).

Tu dici che questo non è islam. Io dico che anche questo è islam. L’islam è di tutti. Buoni o cattivi che siano. E come succede con ogni religione ognuno ne fa un po’ quello che vuole. La adatta alle proprie convinzioni, paure, speranze e interessi. Nelle prossime ore, i comunicati di moschee e centri islamici arriveranno in massa, non ti preoccupare. Tutti (o quasi) giustamente si dissoceranno da questo atto criminale. Qualche altro Abu Omar sparirà dalla circolazione per non creare imbarazzo a nessuno. La Lega e altri avvoltoi si ciberanno di questa storia per mesi, forse per anni. E noi ci faremo di nuovo piccoli piccoli, in attesa della fine della tempesta. Come stiamo facendo dopo questi attentati (forse) commessi da quella stessa rete che la Nato aveva creato per combattere una sua sporca guerra.

Loro creano mostri e poi, quando gli si rivoltano contro, noi dobbiamo chiedere scusa, dissociarci e farci piccoli. A me questo giochino non interessa più. Non chiedo scusa a nessuno e non mi dissocio da niente. Io devo pretendere delle scuse. Io devo chiedere a questi signori di dissociarsi, definitivamente, non ad alternanza, da questa gente: amici in Afghanistan e poi nemici, amici in Algeria e poi nemici, amici in Libia e poi… non ancora nemici lì ma nemici nel vicino Mali, amici in Siria poi ora metà amici e metà nemici… Io non ho più pazienza per questi macabri giochini. Mando allo stesso inferno sia questi mostri sia gli stregoni della Nato e dei paesi del Golfo che li hanno creati e li tengono in vita da decenni. Mando tutti all’inferno e vado a farmi una passeggiata in questa notte invernale che sa di primavera… Speriamo non araba.

Karim Metref è un educatore e blogger che vive a Torino.



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This entry was posted on giovedì, Gennaio 15th, 2015 at 09:24 and is filed under General. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. Both comments and pings are currently closed.

One Response to “Charlie Hebdo: io non mi dissocio – di Karim Metref”

  1. Gianluca Albertini

    Sono parzialmente d’accordo con la tua posizione di “NON DISSOCIARTI DALLA RICHIESTA DI CONDANNA DELL’ATTENTATO”. Perché è una richiesta sollecitata da personaggi e istituzioni ipocrite. E perchè la richiesta corretta dovrebbe essere quella di CONDANNARE NON SOLO LA VIOLENZA, DA QUALUNQUE PARTE ARRIVI (destra, sinistra, governi, istituzioni, parlamenti e religioni mono e politesite) ma soprattutto CONDANNARE l’INERZIA DEI POLITICI che NON VOGLIONO RICERCARE LA PACE. Se si vuole ricercare la pace occorre predisporre STRATEGIE E PROGRAMMI DIPLOMATICI e contemporaneamente NON FINANZIARE LA GUERRA attraverso governi condiscendenti, ricattati o corrotti di altri stati del mondo. Ed è ovvio che non la si vuole ricercare, perché chi ci chiede di dissociarci sono proprio gli stessi alleati dei produttori di armi (americani, inglesi, israeliani, russi ecc.); quelli che, non solo comandano con le minacce e la potenza delle armi, ma lo fanno anche attraverso accordi internazionali per controllare i servizi e creare uno spazio di libero scambio (senza vincoli di alcun governo o autorità internazionale) per i prodotti dell’alimentazione, della ricerca chimico-farmaceutica, dell’estrazione delle risorse naturali e delle nuove biotecnologie e di quelle telespaziali. Queste ultime fatte su misura, non per sviluppare la scienza o il progresso – questo è quello che ci vogliono far credere – ma per controllare fino all’ultima cellula del nostro corpo, materiale e spirituale ed assoggettarlo all’ideologia del mercato e consumo per il super godimento dei pochi tiranni mondiali. E’ per questo che in generale i politici e i presidenti diventano attori-burattini come quelli americani, non petrolieri e fuerrafondai: ricordi Regan? e tutti gli altri omuncoli europei, “allineati” con le scelte economico-finanziarie delle massonerie internazionali. Infine non concordo, con te di mandare all’inferno tutti e di andare a passeggiare, anche se le passeggiate possono essere portatrici di serenità o di felicità. Questa tua decisione, pur dopo aver fatto un’analisi corretta, vuol dire permettere a coloro che hai criticato, di trasformarti e riprogrammarti, giorno dopo giorno in un oggetto di consumo. La risposta, per essere credibile, dovrebbe essere attiva e coerente con le proprie idee esposte. Ma la tua esprime bene la rassegnazione che ci è stata insegnata e/o assorbita dalla tradizione delle civiltà dei potenti, di ogni cultura umana ed ogni epoca storica, CARATTERIZZATA DALL’ANTROPOCENTRISMO gestito dai pochi potenti e subito dai miliardi di altri umani, schiavi dalla stessa cultura, e di animali resi oggetto di mercificazione e profitto, attraverso i loro strumenti caratteristici: catechizzazione, sfruttamento, controllo, tortura, massacro e guerra. George Orwell 1984 (1984-1949) è sempre più attuale, altro che comunismo!