15
Ott
2015
Suoni e movimenti che contano. Judith Butler e gli animali (Deborah Ardilli)
Recensione di Deborah Ardilli (Il Lavoro Culturale)
Ha il valore di una scommessa questa raccolta di saggi curata da Massimo Filippi e Marco Reggio. E non è difficile indicarne la ragione: chi volesse giustificare l’accoppiamento tra il pensiero di Judith Butler e le istanze politiche dell’antispecismo sulla base di un criterio strettamente contenutistico, lasciandosi cioè orientare dalla frequenza dei pronunciamenti della femminista statunitense sulla questione animale, si troverebbe nella stessa situazione di chi, con un pugno di sabbia in mano, pretendesse di dire qualcosa a proposito del deserto. È ben vero, infatti, che le sonde lanciate dalla “seconda” Butler nel campo della vita precaria rispondono in maniera convincente all’esigenza di destabilizzare le premesse umanistiche su cui è stata edificata l’ontologia liberale del soggetto, registrandone puntigliosamente i punti di caduta e i momenti di crisi. Ma non è altrettanto scontato che uno sguardo attento all’«interminabile spettralità» che imprigiona il vivente esiliato ai margini della norma antropocentrica comporti uno scatto di solidarietà interspecifica verso il tema della liberazione animale.
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